Mentre per le generazioni precedenti lavorare serviva a garantire una stabilità economica per tutta la vita, oggi le nuove generazioni, già distanti per loro natura dal concetto di posto fisso, hanno l’opportunità di costruire il futuro grazie all’acquisizione di competenze sempre diverse in modo continuativo, dovute alla flessibilità con cui lavoriamo oggi. Il chè potrebbe senz’altro rappresentare un’opportunità.
Un termine che quest’anno è tornato attuale proprio per questi cambiamenti all’organizzazione del lavoro, è quello di gig economy, cioè un modello tipico dell’economia digitale dove non esistono più prestazioni lavorative continuative ma sono limitate nel tempo, sempre diverse tra loro e seguono la logica del progetto.
Ormai siamo tutti ‘freelance’, anche i lavoratori dipendenti, perché non esiste quasi più il lavoratore che resta sempre nella stessa azienda per tutta la vita, a svolgere le stesse mansioni.
Lavoriamo per task e attività che si inseriscono in una strategia più ampia, in cui il lavoratore è molto più indipendente di un tempo.
Questo cambiamento fondamentale è affiancato da quello delle tecnologie, in particolare di quelle mobili, che ridisegnano lo spazio di lavoro. Le persone si connettono, collaborano e comunicano anche a distanza, e grazie a questi strumenti tengono sotto controllo le attività.
Nuove tecnologie e lavoro da remoto
In molti elogiano la possibilità per lo Smart worker di lavorare ovunque, ma è davvero così? La tecnologia mobile aiuta di sicuro il lavoro da remoto, ma non dobbiamo dimenticare che c’è sempre bisogno di uno spazio idoneo, non solo per concentrarsi, ma per comunicare e collaborare anche a distanza e ed essere produttivi. Per questo lo Smart Working può essere integrato con il lavoro in ufficio, o in un coworking, per potersi incontrare anche dal vivo, quando si può, almeno a intervalli regolari.
Le nuove tecnologie hanno un impatto sempre maggiore anche sullo spazio di lavoro, a partire dall’Intelligenza Artificiale, una tecnologia quasi “umanizzata”, che usa l’analisi della voce, delle immagini e dei video per il riconoscimento facciale e degli stati d’animo. Più andremo avanti e più assisteremo a una combinazione di Intelligenza Artificiale e automazione, che forniranno ai lavoratori nuovi strumenti di supporto. Ad esempio, sistemeranno un device prima che l’utente si accorga che c’è un problema, o stileranno in automatico i documenti relativi a una riunione.
Le persone risparmieranno tempo per dedicarsi ad attività più importanti, che richiedono un alto livello di creatività ed emotività, di cui l’Intelligenza Artificiale non riesce a occuparsi.
In parallelo all’uso dell’Intelligenza artificiale, non possiamo dimenticare l’avvento della connettività di quinta generazione, il cosiddetto 5G, che permetterà di godere appieno i vantaggi della realtà virtuale e della realtà aumentata.
Una connessione mobile always on diventa, però, una porta d’accesso molto comoda per hacker e malware, e per questo acquistano ancora più importanza le strategie di cyber security, e i dati dovranno essere protetti e messi in sicurezza. Anche sotto questo aspetto torna utile l’Intelligenza Artificiale, che aiuterà a isolare gli ambienti mobile per evitare rischi.
E quando la crisi passerà?
Secondo una ricerca di Statista, la piattaforma di business data, 9 freelancer su 10 si aspettano una riduzione delle attività in conseguenza all’emergenza Covid-19, come conseguenza anche della trasformazione delle nostre abitudini e l’emergere di nuovi bisogni.
Rimarrà a galla e continuerà a crescere chi sarà in grado di cavalcare l’onda del cambiamento e trasformare la propria offerta sulla base di questi nuovi bisogni, e avrà il supporto delle giuste tecnologie.
Quando tutto questo sarà passato, rimarranno abitudini e professioni nuove, come conseguenza della trasformazione dei vecchi modelli dovuta all’emergenza che stiamo vivendo.
Questo nuovo mondo del lavoro sarà il risultato delle soluzioni adottate in piena emergenza accompagnate al ritorno di altre, più tradizionali. Il digitale è una porta d’accesso che in molti hanno aperto solo negli ultimi mesi, ma non per questo verrà chiusa, anzi, sarà integrata a modelli offline che continueranno a esistere.
Grazie alla fase che stiamo vivendo è probabile che il livello di alfabetizzazione digitale del Paese ne uscirà migliorato, e aprirà la strada a professionalità nuove e nuovi modi di vivere il lavoro.
Nella sfida a cambiare la mentalità sul lavoro e riguardo il lavoro da remoto, giocherà un ruolo fondamentale la formazione, sia per quello che riguarda le competenze tecniche che le soft skills.
La cultura del feedback, la proattività del responsabile, la fiducia e la maggiore responsabilizzazione del lavoratore saranno al centro delle relazioni lavorative.
L’elemento chiave, come abbiamo già raccontato in questo articolo sullo Smart Working, non è più il tempo impiegato per svolgere un compito e lo spazio in cui lo facciamo, ma l’obiettivo.
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