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Reggerà il boom delle vendite online dopo il lockdown? 

Lo shopping online è pratica ormai diffusa anche in Italia, ma se prima era una delle opzioni di acquisto, durante i mesi di lockdown è diventata una necessità.
Ricordiamoci che le aziende con i maggiori aumenti di fatturato in Italia, anche prima del coronavirus, basavano già il loro successo sul digitale (Sole24Ore).
Chi aveva un e-commerce ha già lo strumento necessario per continuare un’attività di vendita, a patto che stia seguendo una strategia di posizionamento mista, fatta di attività online e offline, perché il sito va reso noto e rintracciabile sul web, e deve poter raggiungere gli obiettivi aziendali.

L’e-commerce durante l’emergenza

Nelle prime settimane del lockdown, il boom degli ordini c’è stato ed è stato netto: si parla addirittura di un aumento del 43% nel volume delle spedizioni totali. L’Italia, tra l’altro, arrivava da un momento positivo di spedizioni e acquisti da shopping online, che la vede al primo posto per incremento dal 2017 in poi in Europa, dove i mercati sono più maturi (ovvero: ci stiamo avvicinando ai loro standard).

Non tutti i settori hanno subito incrementi significativi, ma alcuni, come food, beverage, farmacia, prodotti per animali… hanno davvero vissuto un momento d’oro, tra aumenti di fatturato, delle visualizzazioni e conversioni ai loro siti.

Secondo i dati Nielsen, nel periodo del lockdown c’è stata una crescita altissima degli acquisti tramite e-commerce: il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online è stato del +144,6% da lunedì 17 febbraio a domenica 3 maggio, con un picco del +304,6% nella quarta settimana di aprile. Il peso dell’e-commerce sul totale degli acquisti di largo consumo è raddoppiato, grazie alla digitalizzazione dei processi d’acquisto causata dalle restrizioni alla mobilità delle persone.

Molti dei fattori che stanno determinando questo cambiamento sono noti a tutti (isolamento, consumo di beni necessari, o quelli più leggeri, come il “fattore divano”, ecc.). Quello che vogliamo evidenziare è quanto stiano rapidamente cambiando i comportamenti di consumo, e quanto questa rapida evoluzione, frutto di necessità, porti a nuove abitudini anche nel lungo termine, che potranno interessare molti altri settori, dopo la forzata esperienza di queste settimane.

Sempre Nielsen ha descritto questo cambio di passo nei trend di acquisto online evidenziando tre cause:
– la necessità di accumulare beni per un periodo indefinito (il cosiddetto effetto stock),
– l’esigenza di dotarsi di beni sanitari (l’effetto prevenzione);
l’isolamento.

vendite online coronavirus

Come cambieranno adesso le vendite?

La risposta alla domanda posta in partenza, se reggerà o no il boom delle vendite online, secondo il nostro parere è no. E altri dati confermano i nostri dubbi.

Ma la domanda vera è: di quanto caleranno?
Finita l’emergenza coronavirus, finirà la domanda online dei beni ritenuti necessari per superare la crisi? Il settore farmaceutico, lo sport, il food, vedranno un crollo o un progressivo assestamento? Noi siamo più inclini a prevedere il secondo scenario, frutto del normale andamento della domanda, che tornerà a spalmare i sui consumi su tutte le modalità di acquisto.

Ma c’è un ma. La misura in cui le persone torneranno ad acquistare con metodi “misti” tradizionali è direttamente collegata all’esperienza che hanno avuto durante la crisi del Coronavirus. Più gli utenti si saranno trovati bene ad acquistare online, in siti facili da utilizzare e con servizi vendita impeccabili, più avranno consolidato un’abitudine.

Avete mai sentito parlare del modello di Maxwell Maltz? Maltz era un chirurgo plastico americano degli Anni ‘50. Il pattern che aveva notato tra i suoi pazienti era che si accettavano per il loro nuovo aspetto fisico in media dopo 21 giorni da un intervento di chirurgia plastica, e la nuova immagine scalzava la vecchia. Questo studio ha dato il la a molte interpretazioni nei più svariati ambiti sociali ed economici, compresi gli studi sugli stili di vita e i modelli di consumo.

Non stiamo assistendo quindi a un semplice boost nelle vendite per chi ha già un e-commerce ben posizionato, e per chi era già abituato a comprare online, ma è un boost per chi si è avvicinato all’utilizzo dell’e-commerce per necessità, e anche per chi, dalla parte delle aziende, non aveva ancora approcciato lo strumento di vendita online.

Percepiamo tutti quanto l’evento del coronavirus abbia portato, e continuerà a portare, cambiamenti epocali.
Viste le analisi, secondo noi, nell’ambito dell’e-commerce e dei comportamenti online delle persone si assisterà a un riposizionamento di tutte quelle categorie che hanno subito intuito quanto abbia senso consolidare il loro bacino d’utenza e la loro presenza con un approccio diversificato e bilanciato tra la presenza online e quella tradizionale.

e-commerce

Come ripartire dopo la crisi

Se la tua azienda ha già un e-commerce, ma non lo hai mai spinto molto, il nostro consiglio è quello di riattivarti e riscoprire l’importanza di questo strumento, alla luce dei nuovi modelli di consumo.
Molte aziende hanno strutturato negli anni grandi database di prodotti destinati all’acquisto B2B tra subfornitori e fornitori. Oggi può essere il momento di fare un cambiamento di stato, creando piattaforme cogestite, o tagliando l’intermediazione, in base al tuo modello di business.

Questa strategia può essere replicata anche nel retail, come già succede alle aziende che si consorziano grazie ai fondi pubblici, creando grandi contenitori in cui il cliente può acquistare pacchetti di più prodotti di diversi fornitori.

Ma anche se non hai ancora un sito e-commerce, fermati a ragionare, per quanto riguarda i prossimi giorni, e non solo i prossimi mesi:
La produzione è ripartita, la saracinesca è di nuovo su, ma i tuoi clienti hanno ancora le stesse esigenze d’acquisto di prima?
La coda che si forma davanti al negozio è oggi un deterrente?
Hanno imparato ad acquistare online e ne hanno scoperto la comodità?
Vuoi sperimentare sistemi di acquisto online e ritiro in negozio, oppure continuare con la consegna a domicilio? Allora è proprio il momento di investire nell’e-commerce!

Di alternative ce ne sono tante altre, app per la vendita online, dove caricare i propri prodotti, o altri strumenti per facilitare ordinazioni e pagamenti con contrassegno o alla consegna, per il delivery e l’asporto.

Per chi non ha ancora un e-commerce, ma sta iniziando a ricevere ordini da casa, condizione ormai tipica nel territorio italiano, Flow Agency ha sviluppato la sua proposta “light”, pensando a come facilitare gli scambi e i pagamenti anticipati.
Si chiama Pagamenti facili, ed è gratuita per i primi 60 giorni, prova a darci un occhio!